UN CURIOSO RITO DELLA PASQUA NEL SALENTO
E’ risaputo che il Salento è un regione che si presta particolarmente bene alla pianificazione delle vacanze estive, grazie ad un patrimonio immenso di spiagge di sabbia finissima e mare cristallino, oltre alle migliaia di calette sparse qua e là soprattutto sul versante adriatico del “tacco d’ Italia”.
Anche la Pasqua, tuttavia, può essere un ottimo periodo da sfruttare per una visita nel Salento, che già da aprile inizia a beneficiare di un gradevole tepore primaverile. E, se capitate nel “tacco d’ Italia” in questo periodo, un approfondimento sulle tradizioni e sui riti della Settimana Santa è certamente uno dei migliori consigli sul Salento.
In particolare, raccomandiamo oggi di non perdersi un curioso rito pasquale che si ripete immutato da secoli, ed ha luogo nel cuore di una delle zone più dense di storia e di tradizione di tutto il Salento: la Grecìa Salentina. Si tratta di una ènclave greca in Italia, in cui si parla il tradizionale dialetto griko e si conservano aspetti culturali, legati soprattutto alle tradizioni religiose, che rimandano direttamente, ancora dopo secoli, alle loro origini balcaniche.
Il rito pasquale proposto è particolarmente suggestivo, e si verifica il Lunedì Santo nella Cappella di San Vito a Calimera. “Calimera” significa in greco “buon giorno” ed esprime quindi già nel nome l’ appartenenza ai comuni del comprensorio griko del Salento.
La caratteristica peculiare di questa minuscola cappelletta nella campagna salentina, a quindici chilometri da Lecce, è quella di essere stata costruita inglobando una caratteristica pietra forata, posta al centro dell’ edificio. Si presume che la suggestiva pietra forata, alta da terra circa un metro, venisse utilizzata per scopi di culto già in epoca preistorica. In questo contesto, la religione cristiana non ha fatto che incorporare al suo interno la tradizione ancestrale.
Il processo di inglobamento è stato sia materiale, nel senso che la chiesa è sorta sul luogo stesso in cui avevano luogo i riti di fertilità preistorici, sia culturale, nel senso che la religione cristiana ha mantenuto intatto il rito svolto nei pressi della pietra, seppure attribuendogli un significato diverso.
La pietra forata, metafora dell’ utero materno, veniva utilizzata per i riti di fertilità legati alla fecondità della terra ma anche delle donne. Il rito consisteva nel passare attraverso il foro esistente nella “pietra della fertilità”, passaggio che equivaleva simbolicamente ad una “rinascita”. E’ proprio in questo senso di rinascita che la tradizione cristiana ha legato il medesimo rituale del passaggio attraverso la pietra forata come simbolo della “rinascita” significato dalla Pasqua, festa delle Resurrezione e quindi della “rinascita” per antonomasia.
Ecco il motivo per cui si consiglia caldamente di presenziare alla cerimonia del Lunedì Santo: è in tale giorno che, secondo la liturgia della Chiesa, gli Apostoli scoprono l’ avvenuta Resurrezione del Cristo, ed in tale data pertanto, si svolge il rito ancestrale della “rinascita”. Ancora oggi, il passaggio attraverso la “pietra forata” di Calimera assomma, al significato prettamente religioso, quello superstizioso, residuo della precedente tradizione pagana: si crede infatti che il rito assicuri buona salute e la nascita di bambini.Se questo nostro post è stato di vostro gradimento ed ha suscitato in voi la voglia di poter visitare questo affiscinando lembo di terra Salentina , visitate il nostro sito Hotelinpuglia.it per scoprire tutte le offerte ed i pacchetti last minute che il nostro staff ha realizzato per voi, cosa aspetti clicca e parti!!!